venerdì 3 dicembre 2010

anime morte di Marcello Guastini


Siamo messi meglio o peggio oggi !!!

pubblicata da Marcello Guastini il giorno venerdì 3 dicembre 2010 alle ore 20.39
Siamo messi meglio o peggio oggi, economicamente parlando, rispetto al dopoguerra?
Certamente meglio, allora mancava tutto. Ma stiamo meglio o peggio, come spirito e voglia di vivere?
Certamente peggio.
Oggi ci manca la speranza, per noi e per i nostri figli. Il grande handicap della vita nostra e dei nostri figli è che non abbiamo futuro, non lo vediamo, non lo stiamo preparando. Guardiamo i ragazzi che nei giorni scorsi hanno occupato le piazze, le facoltà, le stazioni di molte città italiane. Sono vestiti bene, meglio di noi alla loro età.
Non hanno il problema di comprarsi i libri, mangiar fuori in qualche ristorante-bar, viaggiare sui treni, telefonare: hanno tutti il telefonino, noi andavamo a gettoni. Non hanno il problema di parlare con i docenti, fare ricerche extra, su fonti non presenti nelle biblioteche degli istituti.
Hanno a disposizione, gratis, l’immenso materiale di Internet, enormemente più di tutto il materiale librario raccolto nelle biblioteche del mondo. Quasi tutti hanno il computer, piccolo o grande.
Ma noi avanzavamo verso la vita, questi regrediscono. Noi avevamo la sfida immensa di trovare un lavoro, e sapevamo che, presto o tardi, qualcosa avremmo trovato. Nella scuola si aprivano concorsi striminziti: assegnavano poche decine di cattedre, concorrevano migliaia di laureati.
Ma adesso non ne assegnano nessuna.
I giornali pubblicavano offerte di lavoro, scomode, malpagate, ma adesso non le hanno.





Avere una ragazza a vent’anni era un traguardo esistenziale, adesso le hanno a quindici-sedici anni, le cambiano spesso, e son sempre scontenti. Una volta sposati, filavamo dritti fino alla fine della vita, adesso dopo tre-quattro anni di matrimonio si separano. Il bullismo ci era sconosciuto, adesso è diffuso e, come spiega il rapporto annuale del Censis, uscito ieri, è spesso gratuito. Il sesso era un tabù, adesso è merce in vendita.
Eravamo vestiti male, adesso anche i jeans sono di gran marca.
Vivevamo nel terrore degli incidenti, adesso li cercano, sfidando la morte. Apprendevamo che ci sono filosofie e stili di vita che cercano il nirvana, ma non capivano bene cosa fosse.
Adesso il Censis dice che oggi siamo in piena “nirvanizzazione degli interessi e dei conflitti”.
La nostra Italia era quella del neorealismo, povera ma in formazione, dove tutto era lotta e gara. Adesso è “un’ameba”, dice il Censis, un’entità senza anima e senza forma. I nostri capi era giusto che fossero capi, De Gasperi in testa. Adesso, è giusto che questi capi siano capi?

Quando si votava, tutti i candidati tremavano: ognuno temeva di non farcela. Adesso, festeggiano prima, perché quelli che saranno eletti lo sanno già. Noi avevamo l’“emulazione”, puntavamo in alto.
Adesso la nuova generazione, ma tutti gli italiani in genere, soffrono di “calo del desiderio”: hanno troppo, ma gli manca l’essenziale.
Eravamo nati in Italia, studiavamo in Italia, e ci sembrava fuori discussione che saremmo rimasti in Italia.
Adesso la grande domanda che agita i cervelli, a partire dai ventenni, è: andare all’estero sì no? Quando i figli vogliono andare all’estero, la patria ha fallito.
Noi avevamo (magari sbagliata) la sensazione che lo Stato c’era e vigilava sulla malavita e sull’evasione: chi sgarrava pagava.
Adesso c’è la sensazione (probabilmente vera, purtroppo) che lo Stato non ce la fa. Allora c’erano la mafia e la camorra.
Adesso c’è anche ‘Ndrangheta e la Sacra Corona Unita. Stiamo soffrendo un impoverimento economico e finanziario, come molti paesi dell’Occidente, ma soprattutto, noi italiani, un impoverimento spirituale: ed è l’impoverimento spirituale che c’impedisce di combattere l’impoverimento economico.
Allora eravamo anime in pena e in lotta, cariche di futuro.
Adesso siamo anime morte.

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